L’AGCM ha sanzionato Amazon comminandogli una multa di oltre 1 miliardo di euro per abuso di posizione dominante

Secondo l’Autorità italiana antitrust le società Amazon Europe Core, Amazon Services Europe, Amazon, Amazon Italia Services e Amazon Italia Logistica, tutte facenti parte del gruppo Amazon, hanno violato l’art. 102 del TFUE per aver favorito eccessivamente il proprio servizio di logistica – denominato Logistica di Amazon (Fulfillment by Amazon c.d. FBA) – a danno degli altri operatori economici concorrenti.

Amazon ha concesso solo a coloro che utilizzavano la sua logistica esclusivi vantaggi volti ad ottenere maggiore visibilità e migliori prospettive di vendita. Tra questi vi è l’etichetta Prime che consente, tra le varie opportunità, di partecipare in anticipo ad iniziative commerciali quali Black Friday, Cyber Monday, Prime Day nonché di vendere con più facilità ai consumatori, azzerando le spese di consegna e riducendo al minimo i tempi di spedizione dei vari prodotti.

Il colosso del marketplace, impedendo l’utilizzo del servizio Prime agli operatori che si avvalevano di altre e diverse strutture di coordinamento, di fatto ha aumento la propria posizione dominante sul mercato dell’e-commerce, emarginando ancora di più gli altri venditori.

L’istruttoria ha, inoltre, evidenziato che solo gli operatori non FBA venivano sottoposti al sistema della misurazione delle performance delle vendite, il cui mancato superamento poteva comportare anche l’esclusione dall’utilizzo della piattaforma Amazon.it.

Tale condotta anticoncorrenziale ha danneggiato gli operatori di logistica e-commerce concorrenti e gli altri marketplace presenti sul mercato mondiale in quanto i vari operatori economici, a causa del costo della duplicazione dei magazzini, preferivano utilizzare esclusivamente un solo gestore di compravendita ossia Amazon.

L’antitrust italiana ha imposto alle società sanzionate anche l’applicazione immediata di misure volte a ripristinare l’equilibrio sul mercato; dovranno, ad esempio, concedere ogni privilegio di vendita e di visibilità sulla propria piattaforma a tutti i venditori terzi che sappiano rispettare standard equi e non discriminatori di evasione dei propri ordini, in linea con il livello di servizio che si intende garantire ai consumatori Prime.

Già nel 2020, la Commissione europea aveva messo sotto accusa Amazon per utilizzo improprio dei dati aziendali non pubblici dei venditori indipendenti che usano la piattaforma FBA e aveva poi sottoposto ad indagine il gruppo societario per le proprie pratiche commerciali che apparivano non consone alla normativa antitrust europea.

Dopo la pronuncia italiana, l’Organo europeo si è complimentato con l’Autority nazionale per l’istruttoria svolta e per la coerenza con le indagini attualmente ancora in corso in Europa nonché per la collaborazione manifestata nell’ambito della Rete Europea della concorrenza.