Lo scorso 11 novembre Ftx, una delle più grandi exchange platform di criptovalute, ha dichiarato bancarotta, segnando così il crollo dell’impero da 32 miliardi costruito dall’imprenditore Sam Bankman-Fried nel 2019 che, in seguito alla vicenda, ha deciso di prendere la strada delle dimissioni come amministratore delegato dell’azienda. Episodio che ricorda molto l’implosione della Lehman Brothers che diede il via alla crisi finanziaria del 2008.
La principale ragione del crollo riguarda alcune discutibili strategie finanziarie messe in campo dall’azienda. In particolare, la stampa ha rivelato il contenuto di alcuni documenti riservati sull’attività di Ftx e di Alameda, un’altra società riconducibile Sam Bankman-Fried. Dai documenti è emerso che gran parte del capitale di Alameda era formato da “token FTT”, la criptovaluta fondata dalla stessa FTX. Ciò significa che l’altra società di Fried poggiava quasi unicamente su una base costituita dalla moneta creata da una società collegata e non da una fonte indipendente.
Gli effetti sul settore delle criptovalute sono stati di notevole importanza. In primis, alcuni dei principali investitori hanno tempestivamente deciso di ritirare i loro depositi. Ne è un esempio Sequoia Capital che aveva investito più di 200 miliardi di dollari sulla piattaforma. Questa scelta è stata alimentata non solo dal contenuto delle rivelazioni ma anche dai timori di contagio del più grande concorrente di Ftx, Binance, che ha innescato una crisi di fiducia nei confronti della piattaforma, mettendo in discussione l’affidabilità e la solidità dei suoi conti.
L’improvviso crollo ha generato incertezza sul futuro delle criptovalute in generale e, in particolare, per i clienti di Ftx e i loro investimenti, in quanto è improbabile che Ftx abbia le risorse sufficienti per imborsare i depositi. Gli investitori di Ftx, infatti, molto probabilmente perderanno la maggior parte dei loro investimenti.
Una cosa è certa: questo episodio ha avuto un impatto fortissimo su tutto il mercato. In pochissimo tempo il valore di molte criptovalute è sceso. Ad esempio Bitcoin ed Ethereum hanno perso il 15 e il 24% del valore subito dopo la notizia.
Tra i soggetti colpiti da questo avvenimento ci sono anche gli investitori italiani, a tutela dei quali è stato creato un comitato con l’obiettivo di intraprendere una class action contro la piattaforma.
Dopo l’istanza di fallimento la questione si sposterà in tribunale. Potrebbero essere coinvolti fino a 1 milione di investitori e la perdita potenziale è stimata in 30 miliardi di dollari.