Cartello del cemento

Con provvedimento n. 26705/2017 , l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato 13 imprese per un totale di 184 milioni di euro per violazione dell’art. 101 TFUE. Infatti, le imprese Italcementi, Buzzi Unicem, Colacem, Cementir, Sacci, Holcim, Cementirossi, Barbetti, Cementeria di Monselice, Cementizillo, Calme, Moccia e Tsc, e Aitec hanno messo in atto una condotta anti-concorrenziale finalizzata al coordinamento del prezzo del cemento in Italia e alla spartizione del relativo mercato.

Dall’attività di accertamento svolta dall’Antitrust italiana risulta che tale intesa, protrattasi da giugno 2011 a fine gennaio 2016, «si è basata su un modello concertativo unitario e stabile nel tempo, secondo cui, come emerge dalle evidenze acquisite, le imprese cementiere hanno definito ex ante in maniera concordata, anche nel corso di riunioni associative, identici aumenti nominali del prezzo del cemento da comunicarsi anticipatamente alla clientela».

Si stima che tale accordo possa aver causato un danno medio da sovrapprezzo fra il 10% e il 20%, con picchi intorno al 25%, che si traduce in un aumento del prezzo del cemento, a danno del settore edile (Fonte: Oxera – Damages, Quantifying Antitrust. “Towards non-binding guidance for courts.” Study prepared for the European Commission – 2009).

In ragione della gravità della condotta, Italcementi da sola è stata originariamente sanzionata per 84 milioni. Nonostante una prima vittoria al TAR Lazio, il 31 dicembre 2018 il Consiglio di Stato, pur accogliendo parzialmente il ricorso proposto da Italcementi e riducendone la sanzione a 27 milioni, resta definitivamente accertata l’esistenza del cartello, con conseguente diritto delle imprese danneggiate ad agire per il risarcimento del danno.