L’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), con provvedimento n. 26705/2017, ha condannato 13 imprese operanti nel settore del cemento al pagamento di una sanzione di 184 milioni di euro per violazione dell’art. 101 TFUE.
In particolare, le imprese coinvolte (Italcementi, Buzzi Unicem, Colacem, Cementir, Sacci, Holcim, Cementirossi, Barbetti, Cementeria di Monselice, Cementizillo, Calme, Moccia e Tsc, e Aitec) sono state condannate per aver messo in atto una condotta anti-concorrenziale finalizzata al coordinamento del prezzo del cemento in Italia e alla spartizione del relativo mercato.
Dagli accertamenti dell’Authority italiana risulta infatti che, attraverso tale intesa, protrattasi da giugno 2011 a fine gennaio 2016, le imprese cementiere definivano ex ante in maniera concordata, anche nel corso di riunioni associative, identici aumenti nominali del prezzo del cemento da comunicarsi anticipatamente alla clientela.
Si stima che tale accordo possa aver causato un sovrapprezzo fra il 10% e il 20%, con picchi intorno al 25%, a danno del settore edile.
Per tale ragione, le aziende che nel periodo 2011-2016 hanno acquistato partite di cemento hanno diritto ad ottenere il ristoro del danno subito.